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Prevenzione


Prevenzione

La prevenzione della legionellosi in ambito sia comunitario che nosocomiale
dovrebbe partire dalla corretta progettazione e realizzazione delle reti idriche,
allo scopo di rendere improbabile la colonizzazione e la moltiplicazione di Legionella
negli impianti di distribuzione dell'acqua calda e nei sistemi di condizionamento.

Ad esempio in occasione di interventi di ristrutturazione o di nuova realizzazione,
evitare di installare tubazioni con tratti terminali ciechi e ristagni d'acqua,
preferire i sistemi istantanei di produzione dell'acqua calda a quelli con serbatoio di accumulo
ed installare gli impianti di condizionamento in modo che l'aria di scarico proveniente dalle torri
di raffreddamento e dai condensatori evaporativi non entri negli edifici.


Nei grandi edifici (alberghi, ospedali, impianti ricreativi, ecc.) così come negli ambienti di piccole dimensioni
(appartamenti, studi dentistici, ecc.) la manutenzione periodica può contribuire in modo efficace a prevenire
la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e soprattutto a limitarne la moltiplicazione e la diffusione.

A tale proposito è consigliabile effettuare regolarmente una accurata pulizia e disinfezione dei filtri dei condizionatori,
la decalcificazione dei rompigetto dei rubinetti e dei diffusori delle docce, la sostituzione delle guarnizioni ed altre parti usurate,
lo svuotamento, la pulizia e la disinfezione dei serbatoi di accumulo dell'acqua. Per le strutture ricettive a funzionamento stagionale, prima della riapertura è opportuno procedere ad una pulizia completa dei serbatoi, della rubinetteria e delle docce. Inoltre è consigliabile far defluire a lungo l'acqua da tutti i rubinetti.

Gli ospedali sono ambienti particolarmente a rischio per la trasmissione della Malattia dei Legionari per la tipologia delle persone ricoverate. Inoltre tubazioni frequentemente obsolete e complesse favoriscono l'amplificazione delle legionelle negli impianti idrici e l'acqua calda mantenuta a 48 ± 5°C, per prevenire il rischio di ustioni dei pazienti, contribuisce alla loro crescita (art.5, comma 7 del DPR n.412 del 26/08/1993).

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